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Intelligenza artificiale, social network e interattività: l’evoluzione del fashion design

Creatività e business: Ibm, Tommy Hilfiger e il Fashion Institute of Technology lanciano una piattaforma per personalizzare i capi di abbigliamento


Individuare ma soprattutto prevedere i fashion trends. Non solo per essere immediatamente al passo con gusti sempre più “mutevoli”, complici social influencer e fashion blogger, ma anche e soprattutto per consentire a ciascuno di “disegnarsi” la propria collezione griffata e di personalizzare capi e accessori per un outfit sempre più esclusivo. È questa la sfida portata avanti dal Fit (Fashion Institute of Technology) – Infor Design and Tech Lab di New York insieme con Tommy Hilfiger e il colosso dell’informatica Ibm, nel progetto “Reimagine Retail”.

The IBM-FIT collaboration at the NRF trade show at the Javits Center

Proprio secondo un recente studio di Ibm il 52% delle ragazze della Generazione Z, le post-Millennials nate nella seconda metà degli anni 90 e dunque “native digitali” al 100%, dichiara di voler disporre di strumenti o app che consentano di personalizzare i capi di abbigliamento. E il progetto Reimagine Retail punta proprio a questo. Quindici in totale gli studenti coinvolti – iscritti ai corsi in Textile Development and Marketing, Fashion Design, International Trend and Marketing for the Fashion Industries – affiancati da tre “mentor” di Ibm e Tommy Hilfilger, per testare sul capo le potenzialità dell’intelligenza artificiale e realizzare collezioni inedite. Gli studenti hanno avuto accesso alle funzionalità IA (intelligenza artificiale) di Ibm Research, tra cui tool per la visione artificiale, strumenti di analisi del linguaggio naturale, tecniche di deep learning ossia di apprendimento basate sui big data dell’universo moda.

Circa 15mila le immagini dei capi Tommy Hilfiger già sottoposte al “check”, a cui se ne aggiungono circa 600mila provenienti da passerelle e quasi 100mila relative a modelli pubblicati su siti di tessuti.

Per gli studenti sono state create delle “sagome” base su cui lavorare utilizzando gli strumenti di nuova generazione e per creare quindi versioni personalizzate dei capi della collezione Hilfiger. “Oltre ad esplorare il modo in cui l’intelligenza artificiale potrebbe influire sul processo decisionale nel fashion design abbiamo avuto la possibilità di capire come strumenti quali “l’ascolto” dei social media e il riconoscimento vocale possono sortire un’esperienza di shopping più personalizzata basata su una strategia di approvvigionamento “smart” e interattiva”, spiega Michael Ferraro, direttore esecutivo di Fit-Infor Design e Tech Lab.

Fra i capi sviluppati grazie all’AI e personalizzabili dai clienti ci sono una giacca a base di fibre che cambiano colore in base al tono della voce, un bomber i cui colori vengono determinati dall’analisi dei profili social di ciascun utente, un parka-display basato sulla tecnologia Oled che reagisce ai comandi vocali per mostrare informazioni di vario tipo (dal meteo agli orari del treno passando per i messaggi sui social network). Molte delle soluzioni sono state mostrate al grande pubblico in occasione del Nrf 2018, la maxi-convention sul retail andata in scena al Javits Center di New York dal 14 al 16 gennaio.

L’esperimento con Tommy Hilfilger potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. E anche Ibm ha da tempo accesso i riflettori sull’universo fashion. Con l’intelligenza artificiale ora si aprono scenari inediti dalle enormi potenzialità in termini creativi e di business.

 

 

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