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Anche l’arte vuole tutelare un “oro blu” sempre più scarso

L’Unesco ha dato vita da anni a una Rete mondiale dei musei dell’acqua presente anche in Italia


Nei prossimi 30 anni la domanda di acqua dovrebbe crescere del 55%, ma entro il 2050 240 milioni di persone non avranno accesso all’acqua pulita: questa la stima dell’Oecd, l’Organizzazione mondiale per la cooperazione e lo sviluppo economico. Tutelare la risorsa idrica diventa dunque sempre più una priorità e fra i siti da proteggere e conservare ci sono anche quelli naturali-culturali.

L’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura ha dato vita da anni a una vera e propria Rete mondiale dei musei dell’acqua, la Wamu-Net all’interno del Programma idrologico intergovernativo che ha l’obiettivo di promuovere il valore dei patrimoni dell’acqua nell’ambito dell’Agenda 2030. La rete è in costante crescita e ad oggi conta circa 80 fra musei e istituzioni di 32 diversi paesi di cui una ventina in Italia: da Villa Selvatico a Battaglia Terme (Pd) al Maaap – Museo Archeologico Ambientale delle Acque del Padovano, dal Pozzo di san Patrizio a Orvieto all’Ecomuseo delle risaie nel mantovano passando per il Parco del Delta del Po fino al Paese dell’Acqua di Sassinoro (Bn).

Fa capo all’Unesco anche la “Coalizione artistica per l’acqua”, una partnership che sostiene e promuove l’uso del linguaggio artistico per esprimere le problematiche e le soluzioni relative all’acqua dolce. Il progetto “Walk of Water: An Intergenerational Journey” raccoglie foto, dipinti, disegni e libri, forniti da diversi membri dell’Arts Coalition for Water. Cinque le esposizioni per un viaggio nel tempo dal passato al presente fino al futuro. In primo luogo, si cammina attraverso il passato nell’installazione “I Remember Water“, una collezione di vecchie fotografie che rappresentano i modi in cui l’acqua dolce ha interagito con la società umana nel corso della storia.

Due le raccolte di fotostorie per rappresentare il presente: “EverydayNile“, in cui lo spettatore viene condotto lungo il fiume Nilo e “Partenariati e cooperazione per l’acqua” in cui si evidenzia la necessità di esplorare le opportunità e accelerare i progressi attraverso varie forme di partenariato e cooperazione.

The Water We Want” il titolo della mostra dedicata al futuro e composta di video-installazioni e foto creati per far comprendere il valore delle tutela dell’acqua. L’altra prospettiva del futuro è “Gateway for the Future of the Mediterranean“. Questa installazione esamina il nesso acqua-energia-cibo-salute attraverso la metafora della mitologia del Mediterraneo antico, utilizzando personaggi come Medusa, Aracne e Lamia.

Riflettori sull’acqua in due grandi iniziative italiane. Si parte dal Water Light Festival di Bressanone che fino al 21 maggio animerà le vie della città e i suoi siti storici. Numerosi i percorsi d’arte tra Bressanone, Novacella e Fortezza con artisti locali e internazionali per un totale di 48 installazioni di light art che si accendono tutti i giorni dalle 21 alle 24 per un totale di 3,2 km. A Roma va in scena fino al 31 maggio “Acqua nell’Arte e Arte dell’Acqua-Fontane e Nasoni di Roma” alle Terme di Diocleziano, promossa da Acea. Il percorso espositivo si snoda per argomenti ed epoche, raccoglie opere d’arte, reperti archeologici, progetti e fotografie d’epoca conservate presso musei nazionali e comunali. Riflettori anche sul servizio idrico urbano cittadino attraverso i famosi nasoni di Roma.

In copertina: Walk of water, Everyday Nile

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