XXIX edizione al via il 3 maggio con 800 siti aperti in 87 città italiane
Edizione speciale per Monumenti aperti. Il progetto, che il prossimo anno festeggerà il trentennale, grazie all’adesione di pressocché tutte le regioni (hanno raggiunto quota 19) diventa a tutti gli effetti una manifestazione di respiro nazionale. Dal 3 maggio e fino al 9 novembre in 87 città sarà possibile visitare vere e proprie “chicche” del patrimonio artistico, storico, archeologico, architettonico, paesaggistico e ambientale per un totale di 800 monumenti.
“Dove tutto è possibile” il claim 2025: «Siamo partiti in Sardegna nel 1996, la prima edizione della manifestazione è stata quella del 1997 e nel corso degli anni abbiamo fatto molta strada», racconta Massimiliano Messina, uno dei cinque fondatori dell’iniziativa nonché presidente di Imago Mundi che coordina il progetto. A parlare sono i numeri: messi a segno quattro milioni di visite guidate grazie al coinvolgimento di 160mila studenti e 60mila volontari per un totale di oltre 2mila monumenti “raccontati” in 170 comuni e tutta una serie di premi e riconoscimenti, anche internazionali, portati a casa. «Monumenti aperti è una festa di comunità dalla forte connotazione didattico-pedagogica, è educazione alla bellezza» continua Messina nell’evidenziare che «i comuni hanno svolto e svolgono un ruolo importante nella valorizzazione del patrimonio culturale accedendo i riflettori su monumenti spesso sconosciuti ai più».
Abbazie e castelli dimenticati, tombe storiche e musei etnografici, chiese e luoghi “segreti”: la lista delle proposte 2025 è ricca e articolata e oltre a bellezza e cultura è la memoria a riecheggiare nel lungo itinerario.
E a proposito dei comuni, Vincenzo Santoro, responsabile del dipartimento di Cultura, Turismo e Agricoltura di Anci nazionale accende i riflettori sull’importanza del partneriato pubblico-privato per spingere la consapevolezza. La manifestazione conta anche sul supporto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nonché sulla collaborazione con il terzo settore. «Il patrimonio italiano diffuso è il più difficile da fruire per i cittadini ed è necessario valorizzare luoghi e monumenti minori oltre a quelli già noti al grande pubblico. Continueremo a sostenere l’iniziativa perché rappresenta un esempio vincente di quel che si può e si deve fare nel nostro Paese».
Fra le opere protagoniste dell’edizione 2025 ci sono fra le altre il Teatro Romano di Chieti e la Basilica sotterranea di Porta Maggiore a Roma, le pietre d’inciampo dell’antico Ghetto di Venezia e il Palazzo dei Diamanti di Ferrara, il Museo Virgilio di Mantova e il Parco del Pollino tra Calabria e Basilicata. E in Sardegna, dove tutto ha avuto origine, la Necropoli punica di Tuvixeddu a Cagliari, la più grande di tutto il Mediterraneo. «La Sardegna continuerà a fare la parte del leone, ma stanno aumentando i comuni che vogliono aderire per valorizzare opere importantissime che bisogna fare conoscere», conclude Messina.
Le visite guidate – oltre 20mila studenti e volontari per l’edizione 2025 – faranno il paio con una serie di iniziative collaterali: performance teatrali e musicali ma anche incontri e laboratori. Il tutto con l’obiettivo di spingere la partecipazione di cittadini e comunità e arrivare al 2026 con una “piattaforma” ancor più ricca, degna del trentennale.
In copertina: © Chieti – TEATRO MARRUCINO – imagomundiodv