Una mostra al Victoria and Albert Museum di Dundee esplora storia e futuro degli spazi verdi
Luoghi di bellezza all’interno del contesto urbano, i giardini occupano un ruolo centrale nella nostra vita quotidiana. Spazi verdi con innovative soluzioni paesaggistiche, disegnati come oasi per il relax e di riposo. Siti privilegiati che in parallelo alla loro evoluzione culturale hanno ispirato artisti, scrittori e designer e hanno influenzato movimenti sociali e culturali. Tra gli esempi del passato il contributo del movimento Arts and Craft e di William Morris (1834-96) nel portare l’immagine del giardino all’interno delle abitazioni raffigurandone le componenti sulla carta da parati, sulle ceramiche e sugli arredi. La rappresentazione di un modello di vita in cui la campagna inglese e il paesaggio rurale diventano un ideale armonico tra uomo, natura e lavoro, a partire dal quale si delinearono i principi delle Garden City, attive nel creare comunità residenziali autosufficienti.
Questo mondo è ora protagonista del percorso espositivo Garden Futures: Designing with Nature allestito nelle gallerie del Victoria and Albert Museum di Dundee, in Scozia. Un’opportunità per esplorare la storia del design dei giardini moderni, le innovazioni introdotte nel campo del verde e degli spazi aperti contemporanei, con le loro svariate funzioni. Dai paradisi dei parchi persiani – simboli di ordine e spiritualità – agli Oban Seaweed Gardens, passando attraverso il Bosco Verticale di Milano e i più attuali videogame ispirati dal verde. Sotto la lente del design e dell’innovazione troviamo le composizioni paesaggistiche del garden designer olandese Piet Oudolf (1944) concepite come giardini stagionali che esprimono bellezza anche nella decadenza.
In primo piano progetti e iniziative comunitarie che promuovono la sostenibilità attraverso il giardinaggio e il disegno del paesaggio
Seaweed Gardens è un’iniziativa con sede a Oban, in Scozia, che accosta gestione ambientale, arti creative e giardinaggio sostenibile. Qui il gruppo esplora l’uso di alghe marine, raccolte localmente, come fertilizzante naturale per arricchire il terreno e sostenere pratiche di coltivazione resistenti ai cambiamenti del clima. A carattere collettivo lo sviluppo degli “allotment” d’oltre Manica: piccoli orti urbani offerti in affitto alle comunità per la coltivazione del cibo. Un fenomeno che nell’ultimo decennio ha sempre più preso piede, a causa dell’aumento dei costi delle derrate alimentari e al crescente interesse per cibi biologici prodotti localmente. Uplands Allotments, inaugurato nel 1949 e ubicato nella periferia a nord-ovest di Birmingham, è attualmente il più esteso sito di lottizzazione della Gran Bretagna con 422 appezzamenti di proprietà del Comune.
Nei Maggie’s Centre, sempre nel Regno Unito, gli spazi verdi sono utilizzati come parchi terapeutici per la cura dei pazienti oncologici, e sono caratterizzati da ambienti accoglienti e con un design firmato da architetti di fama internazionale. Per il giardino del Maggie’s Dundee – opera di Frank Gehry del 2003 e primo centro Maggie’s di nuova costruzione – la paesaggista Arabella Lennox-Boyd (1938) ha creato un percorso a labirinto basato sul famoso esempio della Cattedrale di Chartres in Francia.
Ma i giardini possono rappresentare anche laboratori di idee innovative per favorire la biodiversità. In primo piano gli studi per gli insetti impollinatori, quali api e farfalle, fondamentali per mantenere ecosistemi diversificati e piante selvatiche. Pollinator Pathmaker il nome dello strumento digitale sviluppato da Alexandra Daisy Ginsberg, che si basa su un algoritmo per dar vita a dei giardini dell’eden per insetti impollinatori e per le persone. Nel 2022 la prima grande installazione permanente all’Eden Project, in Cornovaglia, seguita da undici aiuole nei Kensington Gardens della Serpentine e nel 2023, dall’intervento all’esterno del Museum für Naturkunde di Berlino.
Garden Futures: Designing with Nature è una mostra del Vitra Design Museum, con la Wüstenrot Foundation e il Nieuwe Instituut, sostenuta da Weleda, Gardena e dallo Stanley Smith (UK) Hoticultural Trust e rimarrà aperta al pubblico fino a gennaio del prossimo anno.
In copertina: © Studio Céline Baumann