Il progetto degli interni di Saccharum si ispira all’arte degli impasti
Il design arriva in provincia e si ispira al mondo degli impasti: il risultato è accattivante, originale e “gustoso”. Accade ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, dove Gioacchino Gargano, lungimirante pizzaiolo e patron di Saccharum, ha deciso di affidare il restyling del suo locale a Fatima Costa, interior designer particolarmente attiva nel settore della progettazione per locali destinati alla ristorazione. «Abbiamo scelto di fare questo passo per migliorare l’esperienza di chi ci sceglie – racconta Gargano – offrendo qualcosa in più, senza tradire ciò che siamo: un posto dove si sta bene e si mangia bene. Solo con un tocco in più di bellezza».
In realtà quel che il nuovo volto della pizzeria con ristorante veicola agli avventori è molto più di qualcosa. È un viaggio sensoriale attraverso l’arte degli impasti, quella che inizia nella cucina e che, dopo essere stata condotta con cura e amore per molte ore, presenta il suo risultato sul piatto in formato di morbida pizza condita con ingredienti di prima qualità.
Il progetto degli interni allude a questo processo attraverso le calde componenti cromatiche, le linee morbide degli spazi e degli arredi, la declinazione dorata della luce e la scelta di materiali naturali
Come in un concerto nel quale ogni voce contribuisce a produrre una sinfonia corale, gli elementi chiave del progetto di Fatima Costa concorrono a creare un’atmosfera calda e avvolgente che si àncora a una storia di abilità artigiana. «Volevamo uno spazio che raccontasse la morbidezza dell’impasto, la delicatezza della mollica, la croccantezza della crosta – spiega Fatima Costa –. I materiali scelti non sono mai casuali: legni naturali, pietra moon cream, travertino noce, con una palette cromatica ispirata ai colori dei lievitati».
Nel progetto ogni dettaglio è stato pensato per raccontare materia, calore e natura. I materiali scelti si mescolano in armonia con tonalità calde e confortevoli, che richiamano ingredienti essenziali del mondo della pizza: il grano, la farina, la terra. Le texture morbide e le forme fluide accolgono il cliente in uno spazio che invita a rallentare, a godersi il momento. Il risultato è un ambiente accogliente, dove la materia diventa narrazione.
Spiccano alcuni dettagli, come l’uso dei pluviali in terracotta per creare un’illuminazione calda e diffusa sui tavoli. Una scelta simbolica, che suggerisce l’idea di come anche un oggetto semplice e quotidiano possa elevarsi e assumere un valore nuovo, proprio come dalla farina, ingrediente umile, nascono lievitati straordinari. «Abbiamo lavorato perché ogni dettaglio contribuisse a un’esperienza più alta –continua la progettista –. La nuova veste è più elegante, ma resta profondamente legata ad un’idea di semplicità».
La zona pizzeria, con il suo imponente banco in pietra chiara e linee minimaliste, si staglia su uno sfondo nero: un vero e proprio palcoscenico dove la pizza e il pizzaiolo diventano protagonisti. La zona bar è caratterizzata da pareti e bancone rivestiti in mosaico nero, oltre che da lampade oversize in lino. La cantina presenta pareti in calce e inserti in legno.
Non manca l’angolo bottega, dove si possono acquistare le bontà preparate dallo chef. La nuova sala degustazione, dedicata ai momenti più speciali dove deliziarsi con una selezione di pizze che celebra la ricerca, la tecnica e la sensibilità di Gioacchino Gargano, è impreziosita da una texture ispirata alle venature della canna da zucchero, la stessa usata anche per l’ingresso e la cassa.
Il nome della pizzeria, in effetti, è un omaggio alla canna da zucchero, antica coltura introdotta dagli Arabi e ormai scomparsa. «Per me la pizza è una forma di racconto – spiega Gargano a Pantografo Magazine –. E allora anche il luogo in cui la vivi deve parlare la stessa lingua. Quando abbiamo deciso di rinnovare Saccharum, non volevo solo “rifare il locale”: volevo che lo spazio parlasse di lievitazione, di impasti, di calore. Volevo che chi si siede qui sentisse che ogni cosa ha un senso, che ogni materiale, ogni luce, ogni profumo accompagna il percorso.
Il design non è un accessorio, è un “ingrediente” che ti fa vivere la pizza in un modo diverso
Il forno, il bancone, la sala: tutto deve funzionare come una pizza ben fatta, semplice all’apparenza, ma frutto di un equilibrio preciso».
In occasione del restyling Saccharum presenta un nuovo menu degustazione pensato per veicolare l’essenza di Saccharum attraverso un percorso tra impasti, stagionalità e sapori autentici. Il percorso, chiamato “Viaggio negli impasti” inizia con cinque piccoli snack di benvenuto per introdurre con leggerezza il gusto e la filosofia della casa.
Si prosegue con una selezione di pizze che mettono in scena tecniche, impasti e sapori differenti: dalla “Pizzetta Siciliana”, ispirata ai ricordi d’infanzia alla “Pizza Croccante”, stesa al mattarello, con bresaola di tonno e cipolla caramellata. Poi arriva la “Tonda”, con bordo alto e morbido, farcita con prosciutto cotto, carciofi, parmigiano e tartufo nero. È poi la volta della “Spick&Crock”, con un impasto a lievitazione mista, croccante ma delicato, con gamberi rossi di Mazara, stracciatella e zest di limone. Il dessert chiude il cerchio con una focaccina dolce al miele di zagara, ricotta e scorza di limone candita.
Fin dalla sua apertura Saccharum ha ricevuto molteplici riconoscimenti, da quelli che danno conto delle migliori pizzerie in Sicilia e in Italia a quelli che celebrano le più buone a livello internazionale. Fra questi il premio Ricerca e Innovazione della Guida Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso (2023), i tre spicchi del Gambero Rosso (2024), la 38esima posizione nella classifica 50 Top Pizza Italia (2024) e la 85esima posizione nella classifica 50 Top Pizza World (2024).
«Saccharum nasce da un’idea molto chiara – spiega Gargano a Pantografo Magazine a proposito della visione imprenditoriale che lo ha portato al successo –: fare una pizza buona, sincera, che racconti chi siamo. Il punto di partenza è l’impasto, perché lì dentro ci sono tecnica, sensibilità, memoria. Ma attorno ci deve essere tutto il resto: l’accoglienza, la sala, il modo in cui ti senti quando entri. Non mi interessa solo fare una buona pizza, voglio anche che le persone si ricordino l’esperienza. È un lavoro che si costruisce giorno dopo giorno, mettendo al centro le relazioni, la squadra, la cura».
In copertina: © Courtesy of La Cook