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architettura, Unità Residenziale Ovest di Gabetti e Isola, denominata Talponia

Architetture olivettiane in mostra: un viaggio tra progetto e comunità

Dalle residenze per famiglie alle scuole per i bambini. La riscoperta della filosofia urbanistica di Adriano Olivetti


Da Como a Ivrea, un viaggio per riscoprire le architetture olivettiane, in una location d’eccezione: L’Asilo Garbagnati di Cermenate (CO). Progettato nel 1937 da Cesare Cattaneo insieme a Luigi Origoni e riqualificato nel 2012, la scuola ospita fino al 26 ottobre un ciclo di mostre volto a valorizzare l’edificio e promuoverne la tutela. Tra queste, anche l’esposizione dedicata al patrimonio architettonico e culturale di Adriano Olivetti a Ivrea, esempio emblematico di città ideale nell’epoca industriale.

Nato a Ivrea nel 1901, Olivetti è stata una figura chiave del panorama dello sviluppo industriale italiano della prima metà del Novecento. Conosciuto come un’industriale di grande successo, ha promosso interventi urbanistici innovativi, anche coinvolgendo alcuni tra gli architetti più influenti del suo tempo. La sua opera diede vita a un sistema armonico in cui lavoro, abitare ed educazione si integravano in un progetto culturale unico.

Il percorso parte dal progetto di case per famiglie numerose di Luigi Figini e Gino Pollini (1939–1941), un modello pionieristico di edilizia popolare pensata non come soluzione emergenziale, ma come ambiente dignitoso e flessibile, con orti e spazi comuni.

A seguire la celebre Talponia, firmata negli anni ’70 da Roberto Gabetti e Aimaro Isola. Un edificio residenziale seminterrato, lungo 300 metri, concepito come una collina abitabile, capace di ospitare temporaneamente dipendenti e collaboratori della Olivetti. Spazi modulabili, luce filtrata, e un’idea di “flessibilità domestica” che sembra anticipare tendenze contemporanee.

Infine, la sezione dedicata agli edifici del quartiere Canton Vesco, sempre a Ivrea: la scuola materna di Mario Ridolfi e Wolfgang Frankl e quella elementare, progettata da Ludovico Quaroni e Adolfo De Carlo. La prima si distingue per l’uso raffinato dei materiali locali e la cura nei dettagli artigianali, come i grigliati in legno e le cancellate in ferro battuto. La seconda, presentata anche alla Triennale di Milano del 1960, è un vero manifesto di una nuova pedagogia: un’aula centrale, spazi flessibili, ambienti per l’insegnamento all’aperto, tutto pensato per formare non solo studenti, ma cittadini consapevoli.

Questi sono i progetti esposti nella mostra, curata da Daniele Boltri ed Enrico Papa. “Architetture olivettiane”. Fotografie, disegni e documenti raccontano i quattro edifici emblematici, selezionati dal volume “Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi della residenza e i servizi della comunità”, a cura di Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa e Pier Paride Vidari e pubblicato da Archivio Cattaneo Editore con il patrocinio dell’Associazione Archivio Storico Olivetti, della Fondazione Adriano Olivetti e dell’Unesco.

La scelta di Cermenate come location dell’esposizione non è casuale: l’edificio rappresenta un unicum per qualità e funzione. Abbandonato per decenni, oggi è al centro di un ambizioso progetto di recupero promosso dall’Associazione Cesare Cattaneo Onlus in collaborazione con l’Archivio Cattaneo e il Circuito Lombardo Musei Design, facendone un centro espositivo, formativo e laboratoriale per architettura, design e arti visive.

Il dialogo tra le architetture di Ivrea e l’Asilo Garbagnati – due territori di due epoche distinte, ma con la stessa intenzione progettuale – rappresenta una rara occasione per riflettere su come l’architettura possa ancora essere uno strumento di trasformazione collettiva.

In copertina: foto d’epoca dell’unità residenziale “Talponia”, Courtesy “Architetture olivettiane a Ivrea – I luoghi della residenza e i servizi per la comunità” di Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa and Pier Paride Vidari, Archivio Cattaneo Editore, e Associazione Archivio Storico Olivetti 

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