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La vita dei giovani G2 finisce sugli schermi grazie a MigrArti

Alla Mostra del Cinema di Venezia il premio dedicato alle pellicole su integrazione ed immigrazione


Anche quest’anno la Mostra del Cinema di Venezia ha ospitato le proiezione dei corti vincitori del bando MigrArti promosso dal Ministero per le Attività culturali e del Turismo. Fra i 23 film in gara, la giuria, presieduta dallo scrittore e regista Francesco Patierno, ne ha premiati 7. L’obiettivo del concorso, giunto alla sua seconda edizione, secondo le parole del Ministro Dario Franceschini, è quello di “far conoscere e dare voce alle culture e alle comunità di immigrati presenti nel nostro Paese”.

 

 

Accanto ad una rivisitazione moderna del dramma di “Romeo e Giulietta”, con una giovane coppia mista in un ambiente diviso tra italiani e immigrati (La recita), si trova un documentario sul lungo e tortuoso processo di integrazione, che non di rado vede i figli dei migranti diventare maestri dei propri genitori (Figli maestri). Tra le altre anche diverse pellicole ispirate a fatti o situazioni reali come la ricerca di un musicista senegalese che viaggia alla ricerca dell’anima collettiva africana nelle torride pianure in provincia di Foggia dove si raccolgono i pomodori (Jululu), o l’incredibile storia di Majid, giovane in fuga dall’ecatombe siriana, salvato fra migliaia di profughi in un campo greco da Papa Francesco e che ora cerca di farsi strada nel mondo del rap (L’amore senza motivo).

Al successo del progetto hanno contribuito moltissimo la qualità e la bellezza dei contenuti. Speriamo che possa aiutare a contribuire all’approvazione della legge sullo Ius Soli

Paolo Masini, coordinatore del progetto

Masini, come è nata l’idea di migrarti?

Tutto è iniziato da un’intuizione del Ministro Franceschini in seguito alla quale è nato un laboratorio per costruire al meglio questa iniziativa, che a mano a mano ha preso corpo diventando sempre più importante. Abbiamo proposto ad Antonio Barbera (Direttore del Settore Cinema della Biennale ndr) la creazione di un riconoscimento speciale e siccome la nostra idea è piaciuta, si è deciso di istituire un premio collaterale alla manifestazione.

Come ha contribuito il Mibact?

Il Ministero ha stanziato 800mila euro il primo anno per tutto l’evento che è composto non solo dalla proiezione dei corti, ma anche da spettacoli dal vivo di vario genere: danza, musica e teatro. Per questo e il prossimo anno i fondi sono stati raddoppiati: 1,5 milioni di euro sia per il 2017 (edizione appena finita) che per l’edizione del 2018, il cui bando uscirà a dicembre.

Il concorso ha aperto opportunità ad autori emergenti o hanno partecipato anche grandi nomi?

Non avendo indicato una soglia, quest’anno fra i vincitori ci sono nomi conosciuti ed altri meno. Al di là di questo però, il dato fondamentale è che ogni progetto doveva avvalersi di un partenariato con un’associazione che si occupa seriamente di immigrazione. Questa è stata la molla che ha reso vincente l’idea. Ecco che le organizzazioni più disparate, sia laiche che confessionali, soprattutto di G2 (ragazzi di seconda generazione), si sono attivate assieme alle case di produzione e ai registi per la realizzazione dei cortometraggi. Quest’anno abbiamo ricevuto 237 pellicole, ne abbiamo portate 23 a Venezia e alla fine ci sono stati 4 premi e ben 3 menzioni d’onore.

 

 

Idee come questa offrono un punto di vista diverso su una questione sensibile come l’immigrazione?

Sì, inoltre è l’unica iniziativa al mondo che parla di questo tema attraverso la cultura. Non è un caso infatti che dopo il successo avuto da MigrArti alla Mostra del Cinema, stiamo pensando estenderla ad un livello europeo. Il progetto ha ricevuto attenzioni anche dagli Stati Uniti tanto che ad ottobre andremo alla New York University a presentarlo.

C’è un piano di comunicazione per divulgare questi prodotti?

Grazie ad un accordo con la Rai, anche chi non era presente potrà vedere i cortometraggi ad ottobre quando, su Rai1, andranno in onda ogni giovedì. Confidiamo nel fatto che sarà un altro bel successo. Non solo, tutte le pellicole presentate al concorso si trovano su internet sul sito di Rai Cinema e quello dei Beni Culturali.

Qualche anticipazione per la prossima edizione?

Dal 2017 abbiamo creato la sezione cartoon insieme a Rai e Cartoons on the Bay (Festival Internazionale dell’Animazione ndr), inoltre si è pensato di offrire un’ulteriore opportunità di promozione anche per chi non ha vinto. Tutte le pellicole giunte alla fase finale, ma che non hanno ottenuto un premio a Venezia, saranno proiettate in kermesse dedicate al settore dei cortometraggi, come quelli di Cortina (Cortinametraggio) e Trieste (ShorTS).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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