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Dalla vigna all’Academy: la prima edizione del premio Zenato per la fotografia

A colloquio con Nadia Zenato, responsabile del progetto, durante The Others, fiera italiana dell’arte emergente internazionale


Il lavoro nelle vigne e la fotografia, in un rapporto che diventa «mecenatismo contemporaneo» per Nadia Zenato, referente del progetto Zenato Academy, con cui l’omonima azienda vinicola veronese sostiene giovani artisti emergenti.

Fino al premio per la fotografia contemporanea, la cui prima edizione è stata presentata durante The Others Art Fair, la principale fiera italiana dedicata all’arte emergente internazionale parallela alla Contemporary Art Week 2019 di Torino. Pantografo Magazine ha incontrato Nadia proprio in quella occasione.

Tutto nasce dall’azienda fondata nel 1960 e ora una delle realtà produttive più importanti in Italia nel settore nonché punto di riferimento in 60 paesi stranieri per la produzione di vini nei territori storici del Lugana e del Valpolicella. Nadia è la figlia del fondatore Sergio Zenato e guida l’azienda con il fratello Alberto e la mamma Carla, con cui condivide la passione per la fotografia.

L’Academy è un progetto nato nel 2019 che coinvolge quattro scuole di fotografia in Italia, Germania, Stati Uniti e Asia. «Una realtà giovanissima, in fase di costituzione ed in continua evoluzione – racconta Zenato –. Un laboratorio permanente di studio e sperimentazione in campo culturale e in particolare nell’ambito fotografico e luogo ideale in cui sostenere giovani artisti». Il primo progetto nato da questa realtà è stato «Vino. Oltre gli oggetti», mostra fotografica realizzata dagli studenti del Master di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera in Milano, coordinati dal docente e critico d’arte Luca Panaro, i cui migliori scatti sono stati esposti a The Others.

 

Un progetto allo stesso modo «concreto», grazie al quale, aggiunge, «abbiamo consegnato cinque borse di studio ad altrettanti studenti selezionati del Master di fotografia dell’Accademia di Brera, e abbiamo donato al dipartimento strumentazione specifica».

Il secondo step ha coinvolto invece la scuola di fotografia f/16 Schule Fuer Fotografie di Berlino, in Germania. Cinque studenti di questa istituzione hanno già trascorso una settimana nelle tenute dell’azienda durante il periodo della vendemmia e le loro opere, con un focus sul paesaggio, saranno allestite in una mostra a Verona in occasione del Vinitaly nell’aprile 2020.

«L’anno successivo sarà coinvolta una scuola statunitense e il quarto anno una scuola di Hong Kong – ci dice Nadia -. «Con questi progetti ci stiamo concentrando sull’arte fotografica, video e dei nuovi media, anche se in passato abbiamo lavorato con artisti di ambiti diversi, ospitando opere scultoree, performance artistiche, contaminazioni di vari generi.»

Ma The Others è stata anche l’occasione per questa neonata istituzione veronese per presentare la prima edizione del Premio Zenato Academy per la fotografia contemporanea, vinto da Daniela Droz della Galleria Daniele Agostini di Lugano. Un premio che va a suggellare il rapporto tra immagine e paesaggio, tra vino e arte. «Con l’invito a partecipare a The Others, progetto ambizioso di uno spazio d’incontro che crei nuove premesse di approccio culturale – afferma Nadia -, è nato il desiderio di istituire la prima edizione del Premio Zenato Academy per la fotografia contemporanea in cui poter premiare e coinvolgere sempre più giovani artisti in grado di saper guardare oltre, esplorare al di là di ciò che già conosciamo».

«La nostra passione ci ha sempre portato ad intrecciare il lavoro di viticoltori con il rispetto per il territorio e una naturale spinta verso il bello e l’arte».


La fotografia, più di ogni altro linguaggio, ha la capacità di trasfigurare la realtà, ciò vuol dire che gli oggetti rappresentati nelle immagini fotografiche vengono interpretati in modo altro rispetto alla loro tradizionale funzione.


Zenato Academy vede il suo ruolo di supporto e promozione dell’arte come «un atto doveroso, quasi un’estensione naturale del nostro modo di lavorare, di un’attitudine contemporanea di dialogare con gli appassionati dei nostri vini. Così come si è evoluta la produzione e la degustazione del vino, l’arte conferma al nostro pubblico di essere al passo con i tempi, esprimendo equilibrio ed eleganza, cifra distintiva della nostra identità. Abbiamo deciso di coinvolgere i giovani proprio per permettere loro di ascoltare una voce diversa, che porta i valori dell’artigianalità, del contatto con la natura e non quella di una comunicazione martellante, massificata, prodotta dall’industria, a cui sono sottoposti quotidianamente».

Un cammino che, oltre a promuovere le realtà produttive d’eccellenza in Italia, guarda all’estero e al futuro, in un intreccio tra tradizione e innovazione.

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