Search for content, post, videos

Otto artisti per 8 aziende, il nuovo mecenatismo culturale con “We Love Art”

Per promuovere il made in Italy nella produzione industriale, in campo il ministero degli Affari Esteri e la Fondazione Cdp. Le opere in tour a Seoul, Chongqing, New York, Città del Messico, Il Cairo e Berlino


L’arte “industriale”, ossia come promuovere la migliore imprenditoria figlia del made in Italy, ma anche l’estro e la creatività nazionali “esportando” all’estero le opere di giovani talenti: questa la mission del progetto di mecenatismo culturale “We Love Art. Vision and Creativity Made in Italy” che vede in campo il ministero degli Affari Esteri e la Fondazione Cdp (Cassa depositi e prestiti) – quest’ultima in rappresentanza di otto aziende – facendo leva sulla partnership e sulla cooperazione pubblico-privato. Otto aziende “rappresentate” da altrettanti artisti under 35 selezionati fra coloro che hanno saputo coniugare al meglio l’arte con l’industria e le cui opere saranno protagoniste di un tour internazionale che farà tappa nelle città di Seoul, Chongqing, New York, Città del Messico, Il Cairo e Berlino. E alla fine del percorso le otto opere d’arte entreranno a far parte della collezione permanente della Fondazione Cassa Depositi e Prestiti.

Il progetto si ispira a due storiche esperienze nazionali: la celebre rivista “Civiltà delle Macchine” fondata nel 1953 da Leonardo Sinisgalli e la mostra “Sculture nella città” andata in scena a Spoleto nel 1962. La rivista di Sinisgalli espresse per molti anni l’interazione tra arte e tecnica in un momento in cui l’industria chiamava a raccolta l’arte e la cultura per raccontare i processi di cambiamento sociale durante il miracolo economico degli anni Sessanta attraverso le “visite in fabbrica”. Riguardo alla mostra di Spoleto ideata e curata da Giovanni Carandente per il Festival dei Due Mondi, rappresentò uno dei primi esempi di dialogo tra industria e arte contemporanea e non a caso è considerata una pietra miliare nella storia dell’arte del Novecento. Da David Smith a Alexander Calder, da Beverly Pepper a Lucio Fontana, da Nino Franchina a Ettore Colla: molti i grandi nomi che realizzarono opere in metallo nelle diverse officine italiane dell’Italsider e alcune sono parte integrante della collezione della Galleria d’Arte Moderna di Spoleto.

I curatori di We Love Art – il critico d’arte Ludovico Pratesi e Marco Bassan – hanno invitato otto artisti italiani a realizzare un’opera ispirata ai processi produttivi e concettuali di altrettante importanti aziende italiane con l’obiettivo di spingere la collaborazione tra creatività artistica e produzione industriale per raccontare all’estero il modo di fare impresa in Italia, laddove fare impresa fa rima con eccellenza.

In dettaglio, le imprese e gli artisti coinvolti nell’iniziativa sono: per Ansaldo Energia, Namsal Siedlecki; per Cdp Immobiliare, Amedeo Polazzo; per Eni Tomaso de Luca; per Open Fiber, Benni Bosetto; per Snam, Alice Ronchi; per Terna, Giulia Cenci; per Tim, Giulio Saverio Rossi e per Webuild, Lulú Nuti.

L’itinerario espositivo internazionale, già iniziato con la tappa di Seoul e realizzato grazie al sostegno e alla collaborazione di Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di cultura, proseguirà a Chongqing, in Cina, dove We Love Art approderà il 10 dicembre, per poi continuare nelle città di New York, Città del Messico, Il Cairo e concludersi a giugno 2022 a Berlino.

foto tratte da italiana.esteri.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione. Accedendo a questo sito, chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi