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Oltre il Covid con uno sviluppo decentralizzato dell’economia della cultura

Intervista ad Anna Laura Orrico, sottosegretario Mibact


Anna Laura Orrico

«In questa emergenza, la cultura ci sta dando una grandissima mano. Se tutti gli italiani riescono a sopportare al meglio lo stare a casa e il vivere in solitudine è sicuramente anche grazie all’offerta culturale che si è trasferita sui social, sulle piattaforme in streaming e in tv». Anna Laura Orrico, sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ribadisce il ruolo centrale della cultura, «nel mantenere alto lo spirito e nel saper dare energia al popolo e al Paese che sta affrontando questa terribile situazione». E se rimane del tempo libero, il consiglio è quello di «investire nella formazione, nell’acquisire competenze».

La cultura è una leva di riscatto, crescita e sviluppo

Anna Laura Orrico

Se il virus fosse un acceleratore, per la sottosegretaria sono due i grandi temi su cui orientarsi: «investire sull’uso degli strumenti digitali e delle tecnologie che possono moltiplicare l’accessibilità e la fruibilità al patrimonio» e poi «puntare su uno sviluppo decentralizzato dell’economia della cultura, che guarda alle priorità del territorio, comprese quelle più fragili, perché la cultura è una leva di riscatto, crescita e sviluppo».

La Orrico sottolinea il tema dell’educazione in rapporto con la cultura, «spesso complicato. Ma proprio attraverso il digitale – dice – che ha un linguaggio semplice ed immediato, si potrà comunicare meglio soprattutto con le giovani generazioni».

Riscopriremo la nostra identità culturale, quella dei borghi e dei centri storici, dei parchi archeologici e naturali

Anna Laura Orrico

La crisi sanitaria ridurrà inevitabilmente per un po’ di tempo la possibilità di viaggiare nel mondo, ma in molti contano sulla ripresa del turismo domestico per la prossima stagione. Ecco che turismo, cultura e cibo potranno alimentarsi e giovare l’uno dell’altro. «Riscopriremo la nostra identità culturale, quella dei borghi e dei centri storici, dei parchi archeologici e naturali. Mi piacerebbe immaginare – racconta – un’Italia dove il patrimonio disseminato nella Penisola può generare piccoli attrattori, centri di sviluppo di nuove imprese legate all’innovazione tecnologia, ma anche al sociale». La cultura ancora una volta come volano per l’inclusione sociale e lo sviluppo di comunità.

Abbiamo l’occasione oggi di ridisegnare un modello economico diverso da quelli che abbiamo vissuto finora, più giusto e sostenibile

Anna Laura Orrico

Con la cultura per riscoprire l’Italia, oltre le grandi città di Roma, Milano, Torino. Dove è l’innovazione che si prende cura del patrimonio. «Bisognerebbe creare – ribadisce la Orrico – un modello diffuso che metta a sistema i piccoli centri. Abbiamo l’occasione oggi di ridisegnare un modello economico diverso da quelli che abbiamo vissuto finora, più giusto e sostenibile, senza insistere su asset che non ci permettono di valorizzare il meglio di ciò che abbiamo».

Taormina, Italia

Dalla cultura al design, con un ruolo dirimente per i progettisti. «Alle regole che andremo a stabilire per ritornare alla normalità, diversa certamente da quella che vivevamo fino a poche settimane fa – spiega – dovranno seguire soluzioni e progetti con un’anima. Non potremo tornare a frequentare luoghi di aggregazione, come sono anche quelli della cultura, come automi, con paura e terrore del contatto fisico. E solo i creativi ci potranno aiutare – spiega – a indicare le forme per rispettare la distanza sociale, evitando di trasmettere sensazioni di freddezza o timore».

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