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La Galleria Borghese apre le sue stanze a Lucio Fontana

Per la prima volta un artista del Novecento è esposto nelle sale del museo che ospita tra gli altri Canova, Caravaggio e Raffaello


Cinquanta opere di Lucio Fontana sono esposte da oggi, 22 maggio, al 28 luglio all’interno della Galleria Borghese. La mostra Lucio Fontana. Terra e oro a cura di Anna Coliva porta per la prima volta tra sculture e dipinti antichi un artista del Novecento, dopo le rassegne dedicate a grandi figure come Bacon, Giacometti, Picasso.

Sotto gli occhi degli spettatori i Concetti spaziali in oro e le Crocifissioni in ceramica dell’artista fondatore del movimento spazialista.

L’oro, con la sua simbologia di astrazione e antinaturalità estrema, è portato in un contesto di infinita varietà cromatica e di multiformità dei temi e dei soggetti: nel suo racchiudere la luce stessa, diventa sintesi di luce e spazio, una componente spaziale, ed è il contraltare perfetto per enfatizzare la volontà della mostra di fissare l’attenzione sui concetti cardine della collezione e del luogo.

Ph. Niccolò Ara © Fondazione Lucio Fontana by SIAE 2019

Se lo spazio della Galleria è rappresentato nella maniera più varia e innovativa, Fontana dimostra di essere in grado di crearlo: supera le rappresentazioni che sono finzioni e ne costruisce uno nuovo. «Il luogo concreto del reale, quello in cui noi tutti viviamo e interagiamo con le opere, il nostro ambiente fisico, non è più contrapposto allo spazio ideale, in sé definito e altro, che è quello dell’opera d’arte, ma si unisce con esso attraverso le fenditure sulle tele. Il risultato di creare una dimensione altra è ancor più esaltato nei dipinti d’oro di Fontana, dove si fondono la fisicità del luogo in cui vive lo spettatore e quella dell’opera e dove essi acquisiscono l’ulteriore carattere metafisico, che l’oro significava nella pittura antica», si legge nella nota diffusa dalla curatrice.


L’allestimento enfatizza il contrasto tra la trattazione dello spazio nell’arte antica e la portata esplosiva della dimensione conquistata con tagli e buchi da Fontana mescolando la collezione permanente della Galleria con dipinti moderni e ceramiche.


Dal Barocco allo Spazialismo, con opere realizzate dall’artista tra il 1958 e il 1968, allestite in due sale nel piano dedicato alle sculture e in sei sale nella galleria delle pitture al piano superiore.

I concetti cardine della ricerca per la Galleria Borghese su collezione e luogo, con spazi che “cambiano” sotto l’influenza delle opere che conserva (da Amor sacro e amor profano di Tiziano alle sculture di Gian Lorenzo Bernini», sono messi in discussione anche dalla produzione di ceramiche di Fontana, una serie di Crocifissioni, che mantengono l’idea barocca e uno spazio rappresentato come avviene nell’epoca classica e non con la soluzione dirompente rintracciata poi nei “buchi” e nei “tagli”.

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