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Fotografia e nomadismo urbano, il Giappone in mostra al Maxxi

Tokyo Revisited: le foto di Moriyama e Tomatsu in una raccolta al museo di Roma


Alla scoperta di Tokyo, dei suoi colori, delle sue luci, delle sue ombre, della sua modernità e delle sue tradizioni, stando a Roma. Fino al 16 ottobre, recandosi al Museo Maxxi è stata allestita la mostra fotografica di Daido Moriyama e Shomei Tomatsu, due tra i principali maestri giapponesi di quest’arte.

Le foto dei due artisti nipponici raccontano l’evoluzione dalla città dal secondo dopoguerra ad oggi attraverso numeri molto importanti: oltre mille foto, 600 metri quadri di wallpaper e 50 metri lineari di neon, come ha sottolineato con orgoglio Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi.

Pur trattandosi di un allievo, Moriyama, e del suo maestro Tomatsu, gli scatti mettono a confronto due visioni quasi antitetiche della vita: affamato e affascinato dall’americanizzazione dei costumi il primo, critico e politicizzato il secondo; il quadro che ne emerge è quindi quello di una città in continua evoluzione, sì cosmopolita ma anche alla ricerca costante di una identità forte sempre in bilico tra passato e futuro.

Il Giappone uscito dalla guerra non è solo un paese sconfitto, è anche un paese devastato da due bombe atomiche, ed ha quindi la necessità di rinascere anche se per ogni sguardo verso il futuro, l’innovazione ed il progresso ce ne sarà sempre uno fisso sul passato, sulle tradizioni su un identità da preservare, un aspetto questo che troverà posto negli scatti dei due ora dedicati alle ammiccanti luci di una Tokyo moderna e cosmopolita ora a quelli dei vicoli bui, nascosti agli occhi del mondo ed a quelli dei passanti distratti.

L’esposizione si snoda attraverso “diverse aree” che offrono visioni diverse del mondo da quello visto “attraverso gli occhi di un cane randagio” a quello “interiore” e a quello “perduto” passando anche per quello sensuale dell’eros.


Sia Tomatsu sia Moriyama considerano la fotografia come un modo di vivere piuttosto che una categoria dell’arte.


Non a caso il loro stile di vita è il nomadismo, emblematica a tal senso l’immagine intitolata “The gaze of a stray dog” in cui Tomatsu racconta la sua esperienza di nomade urbano e di quando “iniziando a guardare il mondo come un cane randagio” ha iniziato a cogliere piccoli particolari che prima gli sfuggivano.

La ricerca introspettiva tocca il suo apice nell’area del “mondo interiore” perché un nomade urbano ha bisogno anche di un punto di ancoraggio che lo aiuti a sentirsi in qualche modo salvo; si tratta di guardare dentro se stessi per capire il proprio essere perché “il mondo interiore riflette quello esteriore”, particolare la scelta di fotografare anche dei feti per simboleggiare il tema della perdita.

L’unica costante in questa narrazione è Tokyo. E, proprio come nella vita reale, nella città le tematiche si intersecano tra loro, si sovrappongono e sono interconnesse, a formare un racconto realistico eppure profondo e poetico, della condizione umana.

In copertina: Maxxi, Tokyo Revisited, Daido Moriyama

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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