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Food, la lezione internazionale del lusso a prova-pandemia

Tavola Rotonda 2. Ospiti: Niko Romito, Patricia Viel, Marco Civitelli, Nicola Farinetti


Lo chef Niko Romito e l’architetto Patricia Viel raccontano come i format del food legati al lusso siano già a prova-pandemia. «Nei progetti Bulgari tutto è lusso e made in Italy: l’architettura è Citterio-Viel e l’arredamento è curato da aziende italiane. Come con Casadonna, anche in questo contesto – racconta Romito – ci sono tutti i presupposti per rispettare le nuove norme: spazio tra i tavoli, ambienti esterni attrezzabili, cucine nuove e a norma. Con le restrizioni messe in campo da Cina e Italia non dovremo modificare nulla. Il mondo del lusso, inteso come esperienza molto alta, legata alla ricerca, al bello, all’Italia – spiega – soffrirà meno di altri settori, anche dal punto di vista della clientela».

Bulgari Hotel, Shanghai. © ANTONIO CITTERIO PATRICIA VIEL

Sulla stessa linea il commento degli architetti. «Quando abbiamo iniziato a parlare dell’attualizzazione dei ristoranti Bulgari perché arrivava Niko Romito – racconta Patricia Viel, partner dello studio Antonio Citterio Patricia Viel – lo chef ci ha chiesto poche cose: che ci fosse luce sul piatto, che i tavoli fossero illuminati e che ci fosse una buona acustica». In sala è stato poco esigente, ma non è stato così per le cucine, «che hanno una disciplina di gestione del personale, e del materiale che entra e esce – racconta la Viel – che vanno oltre i protocolli di qualsiasi laboratorio di farmacologia».

I format di target alto, a scala internazionale, hanno superato con successo il test-pandemia. E sembrano poter dare una lezione anche all’Italia che dal 18 maggio riapre le sue porte, per far entrare anche il mondo della ristorazione nella fase 2. «In Cina hanno reagito benissimo, il ristorante a Shanghai – ha precisato Romito – sta lavorando molto bene, si rispettano le norme imposte, è ripartito bene dopo il lockdwon. La gente è stata in casa per molte settimane e si registra una voglia diffusa di tornare ad uscire, in sicurezza. La città si è ripopolata, c’è una grande energia».

Bulgari Hotel, Shanghai. © ANTONIO CITTERIO PATRICIA VIEL

Qualità, semplificazione, valore del tempo. Questo in sintesi il monito di chef e imprenditori che scommettono su un tempo di cambiamento capace di lasciare il segno. E traguardano il futuro, non smettono di progettare format innovativi, esportando il made in Italy. «Da tempo stiamo lavorando per nuovi sviluppi e sbocchi a Milano ma anche all’estero, iniziative che abbiano a che fare con il lifestyle della ristorazione – racconta Marco Civitelli, direttore di Ceresio7 a Milano – siamo già attivi su altri progetti, ora in stand by ma non abbandonati. Prossima tappa? Dubai, dove pre-emergenza eravamo arrivati alla fase di partenza del progetto, è già disegnato».

L’Italia si è distinta per la sua struttura sociale, che si è vista in questo particolare momento

Nicola Farinetti

Parole d’ordine “novità”, “sicurezza” e “attenzione alla persona” per Eataly, come racconta il neo-ceo Nicola Farinetti che gestisce una quarantina di realtà in tutto il mondo. «Fatta eccezione per la Svezia, tutte le nostre realtà hanno vissuto la stessa situazione. Ha fatto la differenza la tenuta psicologica delle persone a seconda dei Paesi, del valore della vita che viene dato, di quanto sicuri ci si sente. E l’Italia si è distinta per la sua struttura sociale, che si è vista in questo particolare momento».

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