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Internazionalizzazione e cultura alla Fondazione Cini. All’isola di San Giorgio arriverà anche Foster

Obiettivi, progetti e priorità spiegate da Renata Codello, neo-segretario generale


Renata Codello

«Dare cittadinanza alle idee, farle sedimentare». Renata Codello, neo-segretario della Fondazione Giorgio Cini, racconta la sua visione per l’istituzione veneziana guidata da poche settimane da una professionista con un lungo corso nel settore della riqualificazione del patrimonio culturale e architettonico e con una solida conoscenza della città. «Contiamo di mantenere la continuità e la tradizione, e al contempo di introdurre fattori di discontinuità che permettano di guardare avanti».

Dal 2018 l’architetto Codello è direttore degli Affari istituzionali della fondazione e ha portato con sé il bagaglio acquisito in diverse realtà, nella Soprintendenza o ancora oggi come consigliere di amministrazione della Banca d’Italia.

In sintesi, il suo programma per il prossimo futuro? Ampliare e valorizzare l’offerta culturale, rafforzare il dialogo con le istituzioni locali e internazionali, innovare nel segno della tradizione. In essere relazioni con le biblioteche (con le 17 del territorio inclusa la Marciana), con le istituzioni culturali anche attraverso il Dorsoduro Museum Mile in collaborazione con Gallerie dell’Accademia, Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi-Punta della Dogana. «Puntare sui giovani – ha sottolineato la Codello – ragionare con loro, per coltivare nuovi tipi di percorsi rivolti a loro».

Spazio anche all’architettura. Nel 2018 è stato concretizzato il progetto architettonico contemporaneo, unico nel suo genere, Vatican Chapels che dal 2018 è stato visitato da oltre 250mila persone, e rappresenta una nuova esperienza culturale per la città di Venezia. All’isola è approdato Michele De Lucchi con il progetto della biblioteca alla Manica Lunga. Tra le novità del prossimofuturo c’è anche la firma di Norman Foster, coinvolto per il Teatro verde.


L’ufficio tecnico della fondazione sta portando avanti il progetto di fattibilità insieme a Foster – racconta la Codello – i tempi non saranno brevissimi, a meno che non si faccia avanti un mecenate per una partnerhsip.


Veduta aerea Isola di San Giorgio Maggiore

«Non basta il restauro delle strutture, serve un nuovo progetto di gestione per un teatro all’aperto per poco meno di 1500 posti a sedere. L’acqua alta l’ha fatto diventare una

piscina, oggi è verde, coperto di licheni, ecco che nel frattempo abbiamo avviato una sponsorizzazione tecnica per condurre una prima azione di pulitura, pre-restauro”. Secondo indiscrezioni, il con

tatto con la Biennale è uno di quelli “che si coltivano con maggior simpatia».

Codello da sempre cerca di coniugare l’attenzione al contenuto con quella per i contenitori, «e la fondazione Cini è la dimostrazione che non possono esistere fabbriche distinte dalle funzioni, dagli usi. La fondazione Cini – racconta l’architetto – ha fatto per statuto una serie di restauri dando casa a nuove attività.


Pensiamo allo squero diventato auditorium, una sala da musica sull’acqua. O ancora, il cenacolo, che era un refettorio, oggi ospita attività di ogni genere. E il dormitorio dei frati è diventato una delle biblioteche più belle d’Europa, larga 12 metri e lunga 140, seconda solo alla Manica del Quirinale.


Nel 2021 la Cini compirà 70 anni e il nuovo Segretario si prepara alla sfida ricordando il valore aggiunto che la Cini intende dare ampliando la ricca offerta culturale già messa a disposizione dei cittadini gratuitamente, fatta di mostre, convegni, eventi e concerti, ma anche di servizi resi al pubblico e agli studiosi. «I veneziani dovrebbero essere meno pigri, prendere il battello numero 2 e fruire di tutto quello che si offre. Dalle Stanze del Vetro agli spazi aperti dell’isola di San Giorgio dove ad esempio sono state allestite le Vatican Chapels».

Le biblioteche dell’Isola di San Giorgio Maggiore, ad esempio, nonostante le ovvie limitazioni legate al Covid-19, continuano a essere accessibili su prenotazione e il loro patrimonio librario è stato incrementato proprio quest’anno di oltre 1100 titoli.

Chiostro dei Buora © Matteo De Fina

Grazie ad apposite convenzioni inoltre gli studenti delle Università veneziane possono trascorrere un periodo di formazione sull’Isola di San Giorgio Maggiore, e la Cini mantiene relazioni costanti con Università, Fondazioni, Centri di Ricerca e Biblioteche di tutto il mondo. L’elenco è lunghissimo e va dal Politecnico di Losanna alla Bodleian Libraries dell’Università di Oxford, dall’Humboldt Forum di Berlino alla Factum Foundation di Madrid.

Scalone monumentale di baldassarre longhena © Enrico De Santis

La Fondazione Giorgio Cini intende consolidare le proprie relazioni anche con le istituzioni internazionali, vocazione che è indicata nel suo Statuto. Nel Consiglio Generale un posto è riservato a un rappresentante del Ministero degli Affari Esteri: «quest’ultimo, storicamente, le attribuisce una funzione di carattere diplomatico-culturale. Da sempre – raccontano dalla

Fondazione Cini – l’Isola di San Giorgio ha ospitato i corsi di formazione per il personale diplomatico; il seminario Italo Britannico, che favorisce l’incontro tra le realtà culturali e imprenditoriali italiane e la stampa del Regno Unito; e, quest’anno, la Soft Power Conference organizzata dal Presidente Francesco Rutelli sul tema del valore delle relazioni culturali per la promozione del dialogo pacifico e costruttivo tra le nazioni». Non è un caso quindi che le celebrazioni per i 70 anni dalla nascita della Fondazione Cini inizino proprio in Francia con la grande mostra Trésors de Venise. La collection Cini a cura di Luca Massimo Barbero (17 dicembre 2020 – 28 marzo 2021 Hôtel de Caumont – Centre d’art d’Aix-en-Provence), dedicata alla collezione di capolavori di Vittorio Cini portando all’estero oltre 80 opere tra dipinti, disegni, sculture, smalti e avori, alcuni dei quali solitamente non esposti al pubblico.

La cultura come leva per il futuro di Venezia. Non è retorica, né un obiettivo scontato. « Nessuna città se non Venezia è pronta per il futuro. Basta pensare al modo di lavorare che riduce gli spostamenti, tema caro in questo periodo di pandemia. C’è il tema dell’adattabilità – ha aggiunto la Codello – e qui l’insegnamento è continuo. L’inizio del funzionamento del Mose è un risultato importante, ma non secondaria è la qualità del turismo in questo periodo nella città lagunare che è luogo di conoscenza e scoperta continua, la bellezza rimane la vera attrattività di questa città e mostra continuamente la sua capacità di rigenerazione».

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