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Con DepurArte, Torino si colora e diventa più green

Contest per giovani street artist. Parte da qui un percorso che prevede un periodo di formazione oltre alla realizzazione di un’opera muraria e un workshop in un istituto del territorio.


Palazzi grigi, atmosfera pesante e periferie nebbiose, quasi sfocate. Così vengono raffigurate le città di un futuro in cui la lotta all’inquinamento e al riscaldamento globale è stata persa e l’umanità combatte per non scomparire a causa di una crisi climatica da lei stessa aggravata. E se è vero che stiamo parlando di scenari apocalittici per alcuni, realistici per altri, c’è un fondo di verità in questa visione.

Prese dalla necessità di costruire una casa per milioni di persone, in particolare nel secondo dopoguerra e in seguito al baby boom degli anni ’60, le periferie delle grandi città hanno perso quell’identità architettonica che le distingueva. Ma negli ultimi anni si stanno rianimando anche grazie a opere di arte muraria in grado di restituire almeno un carattere, se non delle vere e proprie soluzioni di rigenerazione sostanziale. È il caso di quartieri come Tor Marancia e Ostiense a Roma, i Navigli a Milano o l’area di Borgo Dora a Torino, rione dove si tiene il mercato delle pulci conosciuto come Balon. Ma anche all’estero le grandi città fanno scuola, prima tra tutte Londra.

Street art a Milano ©Igor Saveliev

E proprio dal capoluogo piemontese arriva un’iniziativa che punta a rigenerare visivamente il paesaggio urbano attraverso grandi opere di arte muraria green.

Si tratta di DepurArte, call rivolta a urban artist tra i 18 e i 31 anni, italiani e stranieri. Ma c’è un elemento in più che consente a questi murales di svolgere un’azione duplice di contrasto al degrado della città e a spiegarlo è lo stesso payoff del progetto: «seminiamo arte per raccogliere aria pura». I 14 giovani che verranno selezionati, infatti, realizzeranno un’opera muraria ciascuno utilizzando vernici fotovoltaiche in grado di sequestrare inquinanti atmosferici dall’aria appesantendoli e facendoli così cadere al suolo. Un concetto che ricalca quanto realizzato dallo street artist Iena Cruz a Roma nel quartiere Ostiense, ovvero restituire colore alle città aiutando contestualmente a ripulire l’aria dalle sostanze inquinanti.

Street art a Roma, Tor Marancia ©Valter Cirillo

A segnalare il cambio di percezione di quelle che un tempo erano viste come azioni vandaliche, basta leggere i nomi dei soggetti che hanno finanziato l’iniziativa. La call, nata all’interno del più ampio progetto DepurArte Torino grazie ad una partnership fra l’associazione Monkeys Evolution (capofila), DepurArte APS e Rete delle Case del Quartiere, è infatti sostenuta dal bando GxG Fondazione San Paolo 2020 e dal programma European Solidarity Corps 2020. I 14 vincitori, inoltre, saranno selezionati da cinque giurati con know how differenti ma chiaramente attinenti all’oggetto della call. Troviamo quindi il critico d’arte Edoardo Di Mauro, la storica dell’arte Enrica Pagella, il professore dell’Università di Torino Roberto Mastroianni e i due artisti Galo e Corn79.

Street art a Verona ©Richard Mcall

Obiettivo dell’iniziativa è supportare i giovani selezionati fornendo loro conoscenze utili ad emergere professionalmente. Oltre ad approfondimenti sulle tematiche ambientali, il ciclo proposto dal bando prevede una serie di seminari e workshop sul social media management, walldesign, rapporto con le istituzioni, fiscalità e uso delle vernici fotocatalitiche. Al termine di questo percorso dalla durata di due anni, oltre a realizzare un’opera su parete verticale (azione collegata al progetto MurArte Torino), i vincitori svilupperanno un workshop di urban-art da realizzare in una scuola del territorio torinese.

Per partecipare c’è tempo fino al 15 marzo, per tutte le info visita il sito DepurArte.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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