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Quando l’alta moda diventa virtuale: la nuova frontiera dell’influencer marketing

Volti creati al computer con migliaia di follower e tante storie da raccontare


L’influencer marketing è ormai diventata una strategia imprescindibile per le aziende, capace di generare risultati strabilianti. E tra le nuove frontiere sembra esserci quella di sostituire dei personaggi reali con altri virtuali creati al computer.

In Oriente l’avanzare delle celebrità virtuali è iniziato una decina di anni fa. Già nel 2007, infatti, in Giappone era arrivata Hatsune Miku, primo personaggio del sintetizzatore software “Vocaloid” ad avere un avatar legato alla sua voce: popolare sin da subito tra gli utilizzatori del programma –  che permette di creare delle canzoni a partire da una “banca” di voci – ne è poi diventata anche la mascotte. Ecco che la pop star virtuale dai lunghi codini turchesi ha iniziato a esibirsi live grazie al suo ologramma ed è diventata rapidamente celebre in tutto il mondo, facendo da apripista alla creazione di altri personaggi digitali, creati per sembrare sempre più reali.
Non stupisce quindi che il colosso asiatico Tmall, uno dei più grandi siti di e-commerce B2C al mondo, abbia recentemente scelto di dotarsi un personaggio virtuale ad hoc per promuovere i propri prodotti, l’influencer Aimée, subito corteggiata da marchi come Prada e Miu Miu.

In Occidente, invece, gli idoli in CGI (acronimo per computer-generated imagery) creati cioè tramite effetti grafici computerizzati, hanno iniziato a spopolare negli ultimi anni, grazie a social come Instagram.


Personalità ben definite, community dai numeri invidiabili, fisico perfetto, schierate a favore di cause importanti: è così che si mostrano sui loro profili personali, con tanto di post che raccontano la loro vita o le immortalano accanto alle star più amate.


Miquela Sousa © instagram.com/lilmiquela

Le più importanti case di moda se le contendono, e molte di loro sono già apparse su alcune copertine di famose riviste. Questi post hanno però tutti una cosa in comune: ritraggono modelle generate al computer, composte da codici binari. Tra le più seguite c’è Miquela Sousa (“Lilmiquela” su Instagram), influencer brasiliana classe 2016 che vanta ben 2,4 milioni di follower e collaborazioni con brand del calibro di Calvin Klein (per il quale ha realizzato una discussa campagna pubblicitaria insieme a Bella Hadid), Prada e Moncler, ma da qualche tempo ha iniziato anche una carriera da cantante.

Alcune di loro, come la supermodella africana Shudu, nata un anno dopo Miquela, possono essere a una prima occhiata scambiate per persone in carne e ossa. Shudu è frutto del genio dell’ex fotografo britannico di moda Cameron James Wilson, invitato dal direttore creativo Olivier Rousteing a lanciare nel 2018 la campagna Army di Balmain, affidata in quell’occasione a tre testimonial virtuali create ad hoc: Margot, Zhi, e alla stessa Shudu. Anche la giapponese Imma, dall’inconfondibile caschetto rosa, è quasi reale: la sua immagine viene curata in ogni minimo dettaglio da un team tutto al femminile, dalla linea di eyeliner, alla ricrescita del capello qualche tempo dopo la tinta.

Shudu © instagram.com/shudu.gram

Altre, come Noonoouri, hanno sembianze meno “umane”, ma non per questo sono meno amate dal pubblico: l’influencer-bambolina alta un metro e cinquanta e dai grandi occhi castani ha 360mila follower, è parigina, ama la moda e i viaggi e il suo profilo, oltre a ritrarla in bellissimi abiti firmati, offre precisi punti di vista su tematiche molto attuali, come la sostenibilità e i diritti degli animali, facendosi portavoce di un messaggi importanti, che vanno oltre le semplici frivolezze. Un personaggio digitale, ma con un’anima profondamente umana. Noonoouri è stata vestita, fra gli altri, da icone come Dior, Versace e Fendi.

L’Alta Moda applicata ad avatar è sbarcata poi, in questi mesi di lockdown, anche sul videogioco Nintendo Animal Crossing: New Horizons, uno dei passatempi più amati in questa quarantena da utenti di tutto il mondo. Alcune Maison hanno infatti deciso di rendere disponibili gratuitamente per gli utenti alcuni abiti di collezioni presenti e future, inserendoli come possibili outfit virtuali del gioco. Il primo a farlo è stato Valentino, che ha ricreato per Animal Crossing 20 look delle collezioni Spring/Summer 2020 e PreFall 2020/21. Tutto questo è stato possibile anche grazie all’account Instagram @animalcrossingfashionarchive (dedicato unicamente agli abiti nel videogame) che ha contribuito a raccogliere i vari codici per poter inserire nel gioco gli abiti. A Valentino si sono presto uniti anche Chanel, Burberry, Marc Jacobs e molti altri, che hanno subito colto il grande potenziale del farsi pubblicità in una realtà parallela dove così tante persone si sono rifugiate in questo periodo delicato.

Le modelle generate al computer sostituiranno quelle vere? Per il momento sembra ancora di no, ma i due volti dell’influencer marketing, quello reale e quello virtuale, sono ormai destinati a interagire e convivere tra loro.

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