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Social distancing nei luoghi di affollamento. Come saranno gli aeroporti del prossimo futuro?

Re-envisioning airport mobility in the year 2100. Al via la competizione promossa dalla Fentress Global Challenge


foto © Fentress Architects

Fra le conseguenze, inevitabili, del Coronavirus ci sarà il ripensamento e la riprogettazione di molti “spazi”. A garanzia della “distanza” che tutti noi dovremmo mantenere di qui ai prossimi mesi, e che probabilmente ci accompagnerà molto più a lungo, già si dibatte su come gestire e organizzare gli accessi e la permanenza in ristoranti, bar, esercizi commerciali, ma anche cinema e teatri e gli spazi di lavoro.

E c’è un comparto che più degli altri sarà costretto ad adeguarsi quanto prima alle nuove esigenze: quello dei trasporti pubblici in cui l’“assembramento” è ai massimi livelli.

A tal proposito è stato appena lanciato un concorso internazionale dedicato a immaginare gli aeroporti del futuro. “Re-envisioning airport mobility in the year 2100” il titolo dell’annuale edizione della Fentress Global Challenge (Fgc), concorso internazionale dedicato agli studenti di architettura e ingegneria di tutto il mondo che dal suo battesimo, nel 2011, ha registrato migliaia di adesioni da oltre 75 paesi.


L’edizione 2020 guarda avanti, molto avanti, proiettandosi addirittura al 2100.


Se è vero che l’iniziativa non è nata esplicitamente facendo riferimento al Coronavirus è inevitabile che le proposte dei candidati dovranno tenerne conto considerata la situazione in atto e le conseguenti implicazioni.

Il 2100, certo, è molto lontano. Il mondo fra 80 anni non sarà più quello di oggi e gli organizzatori della competizione partono dal presupposto che sarà sempre più crescente la movimentazione fra un continente e l’altro e che per questo gli aeroporti del futuro dovranno essere progettati tenendo conto di un afflusso stimato in forte crescita. E che gran parte degli scali, progettati molti anni fa, già oggi non sono più in grado di rispondere appieno ad una domanda di “traveling” sottostimata a suo tempo. I terminal, concepiti un secolo fa, sono stati progettati alla stregua di molti altri edifici, ossia considerandone la loro destinazione d’uso non solo come meri luoghi di transito.

foto © Fentress Architects

Ma nel tempo sono cambiate e non poco le esigenze: gli aeroporti sono a tutti gli effetti luoghi di lavoro e ospitano un numero crescente di attività commerciali oltre che aree ricreative e persino culturali.

E dunque cosa accadrà nel 2100? Quali caratteristiche dovranno avere gli scali del futuro? Fgc dà una serie di indicazioni ai candidati: per la progettazione dei terminal bisognerà tenere conto in primis di parametri quali stime di crescita della popolazione mondiale, le condizioni ambientali, la presenza di infrastrutture e anche le potenziali destinazioni dei viaggi. La specifica ubicazione dovrà quindi tenere conto della relazione con città e quartieri, delle caratteristiche climatiche e naturali, delle culture dei popoli, delle abitudini delle comunità locali senza dimenticare “odori” e “sapori”, insomma l’identità tutta della “location”.


Lo scopo della competizione è anche quello di creare terminali in grado di migliorare l’esperienza dei viaggiatori in termini di accesso, sicurezza, intrattenimento.


foto © Fentress Architects

E soprattutto i nuovi terminal dovranno essere progettati tenendo conto della loro futura “scalabilità” e “resilienza” ossia dovranno potersi adattare a esigenze mutevoli tenendo persino conto di situazioni estreme come catastrofi ambientali o emergenze come quella che stiamo vivendo oggi con la pandemia da Coronavirus.

Per aiutare i partecipanti a orientarsi al meglio Fentress indica le otto pietre miliari della progettazione architettonica degli spazi pubblici in un’apposita sezione sul proprio sito online. Disponibile anche la lista dei 20 scali mondiali considerati più “popolosi” al mondo: dall’Hartsfield-Jackson di Atlanta al Changi Airport di Singapore passando per lo Schiphol di Amsterdam, il londinese Heathrow e lo Charles de Gaulle di Parigi.

I candidati avranno tempo fino al primo luglio per sottoporre le proprie idee progettuali: il 4 settembre l’annuncio della shortlist dei finalisti per poi arrivare alla proclamazione dei vincitori il 2 ottobre. Per il primo classificato è previsto un premio da 15mila dollari: per il secondo e terzo classificato in palio rispettivamente 3mila e 2mila dollari. È previsto anche un premio “menzione” speciale da mille dollari per due progetti.

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